domenica 16 maggio 2010

Santa Barbara dei Fulmini

Questa è la storia semplice di Adalgisa e Manela e di alcuni altri discendenti degli amori dello spagnolo Francisco Romero Perez y Perez con Andreza da Anunciação, la formosa Andreza di Yansã, mulatta scura. In essa si narrano, acciocché servano di esempio e monito, eventi senza dubbio inattesi e curiosi, verificatisi nella città di Bahia – in nessun altro luogo avrebbe potuto accadere. L'importanza della data è relativa, ma vale la pena ricordare che tutto avvenne nello spazio breve di quarant'otto ore, dense di vita vissuta, alla fine degli anni Sessanta o all'inizio degli anni Settanta, più o meno, su per giù. Non si è cercato di dare una spiegazione, una storia si racconta, non si spiega.
Progetto di romanzo annunciato già da circa vent'anni, sotto il titolo La Guerra degli Spiriti, solo ora, fra l'estate e l'autunno dell'87, fra la primavera e l'estate dell'88, a Parigi, ho messo giù l'intreccio sulla carta.
Scrivendo mi sono divertito; se qualcun altro si divertirà a leggere, mi darò per soddisfatto.
Jorge Amado

martedì 4 maggio 2010

Italian Videodictionary

Lo stereotipo dell'italiano veramente divertente...




Ma passando alle cose serie, copertina dello Spiegel del 1977:

Pistole auf Spaghetti
Terrorismo, anni di piombo.
Potevano riciclarla per Duisburg 2007...








Più attuale sempre dalla Germania:

Potere e Amore: come Berlusconi governa il nostro paese delle vacanze preferito.
Cose che in Italia non si vedono.

domenica 2 maggio 2010

Dedicato a te

Mollia non rigidus caepes tagat ossa,
nec illi, terra, gravis fuerit:
non fuit illa tibi.

(Le tenere ossa non copra una rigida zolla
e per lei, terra, non essere pesante:
lei non lo fu per te.)


Marziale

(Epigrammi)

giovedì 29 aprile 2010

Un altro lunedì

Dico chi finirà all'inferno:
i giornalisti americani,
i professori di matematica,
i senatori e i sagrestani.
I ragionieri e i farmacisti
(se non tutti, la maggioranza);
i gatti e i finanzieri,
i direttori di società,
chi si alza presto alla mattina
senza averne necessità.

Invece vanno in paradiso
i pescatori e i soldati,
i bambini, naturalmente,
i cavalli e gli innamorati.
Le cuoche e i ferrovieri,
i russi e gli inventori;
gli assaggiatori di vino,
i saltimbanchi e i lustrascarpe,
quelli del primo tram del mattino
che sbadigliano nelle sciarpe."

Primo Levi
(Avigliana, 28 gennaio 1946)


Grazie Primo, per tutto quello che sei stato.

mercoledì 7 aprile 2010

Ragazze di campagna

"Quell'estate passò in fretta. Abitavo da Baba e andavo a casa mia durante il giorno a preparare il pranzo ed a fare il bucato. Qualche volta facevo i letti. Dopo la morte di mamma, Hickey s'era trasferito di sopra (quando ne parlavamo dicevamo sempre che era morta, non annegata), e le stanze erano in gran disordine. E mettevano malinconia, con l'odore di polvere e di calzini vecchi ed il puzzo di chiuso che viene dal non aprire mai le finestre.
Stavano fuori nei campi quasi tutti i giorni a tagliare il grano ed a legarlo in covoni, ed io di solito ci andavo alle quattro con le bottiglie del tè. Quell'estate mio padre mangiava pochissimo e tutte le volte che beveva il tè buttava giù anche due aspirine. Stava buono, ed aveva le palpebre rosse e gonfie. Quando tornavano a casa, Hickey mungeva le vacche e mio padre beveva dell'altro tè, si toglieva le scarpe in cucina ed andava subito a letto. Credo che a letto piangesse perché c'era ancora troppa luce per mettersi a dormire e comunque Hickey faceva un baccano d'inferno da basso, sbatacchiando i bidoni del latte: nessuno sarebbe riuscito a dormire."


Edna O'Brien
(Ragazze di campagna, Feltrinelli, 1961)

giovedì 25 marzo 2010

Possibilità


preferisco il cinema.
preferisco i gatti.
preferisco le querce sul fiume warta.
preferisco dickens a dostojevskij.
preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l'umanità.
preferisco avere sottomano ago e filo.
preferisco il colore verde.
preferisco non affermare
che l'intelletto ha la colpa di tutto.
preferisco le eccezioni.
preferisco uscire prima.
preferisco parlare con i medici d'altro.
preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
preferisco i moralisti,
che non mi promettono nulla.
preferisco una bontà avveduta a una credulona.
preferisco la terra in borghese.
preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
preferisco avere delle riserve.
preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine.
preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
preferisco foglie senza fiori a fiori senza foglie.
preferisco i cani con la coda non tagliata.
preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
preferisco i cassetti.
preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
preferisco toccare ferro.
preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
preferisco considerare persino la possibilità
che l'essere abbia una sua ragione.

Wisława Szymborska

mercoledì 24 marzo 2010

Cosa conta davvero?


Nella vita tutti corrono, corrono sempre più veloci, e per arrivare dove?
C'è lo stesso traguardo per tutti. Allora a cosa serve sfiancarsi correndo?
Vai all'università, lavora mentre studi, prendi un master, trovati un lavoro malpagato, poi spera di fare carriera attraverso l'impegno, fidanzati, sposati, fai almeno due figli, occupati dei tuoi genitori, comprati finalmente una casa, ecc...
Tanto la fine della storia è la stessa per tutti. Allora tanto vale non sudare, stare fermi tra l'erba alta o passeggiare placidamente verso nessun posto.
Tutto quello che abbiamo non ci è stato dato per meriti speciali, o per l'impegno che ci abbiamo messo. E' stato solo un colpo di fortuna essere nati in quel 20% di pianeta in cui il diritto alla vita è tutelato e la ricchezza abbonda.
Se però stai fermo, quelli corrono vicino a te ti dicono: "Non stai assolutamente vivendo!"
E' vero. Ma nemmeno voi. Ad essere proprio precisi, quello che voi fate è seguire l'etica lavorativa protestante, vedi Weber.
Vuoi fare qualcosa di buono, qualcosa che valga davvero? Vai a tenere la mano e a pulire gli escrementi di quelli che muoiono ogni giorno di tubercolosi.
E' facile "aiutare i bambini in Africa" con 2 euro all'anno; prova a guardare gli occhi di qualcuno che muore lentamente di una malattia perfettamente curabile nel tuo fortunato 20% di mondo con un mese di antibiotico mutuabile.
Poi vai a casa e vedi se hai ancora voglia di progettare una piscina sul retro o di ammucchiare soldi in banca. A che pro?
Non c'è giustizia, perciò non c'è nessun essere superiore. Come quando da bambini ci si comporta bene mentre si è soli in casa; è inutile, tanto mamma non c'è mica, e nessuno ti premierà.