mercoledì 24 marzo 2010

Cosa conta davvero?


Nella vita tutti corrono, corrono sempre più veloci, e per arrivare dove?
C'è lo stesso traguardo per tutti. Allora a cosa serve sfiancarsi correndo?
Vai all'università, lavora mentre studi, prendi un master, trovati un lavoro malpagato, poi spera di fare carriera attraverso l'impegno, fidanzati, sposati, fai almeno due figli, occupati dei tuoi genitori, comprati finalmente una casa, ecc...
Tanto la fine della storia è la stessa per tutti. Allora tanto vale non sudare, stare fermi tra l'erba alta o passeggiare placidamente verso nessun posto.
Tutto quello che abbiamo non ci è stato dato per meriti speciali, o per l'impegno che ci abbiamo messo. E' stato solo un colpo di fortuna essere nati in quel 20% di pianeta in cui il diritto alla vita è tutelato e la ricchezza abbonda.
Se però stai fermo, quelli corrono vicino a te ti dicono: "Non stai assolutamente vivendo!"
E' vero. Ma nemmeno voi. Ad essere proprio precisi, quello che voi fate è seguire l'etica lavorativa protestante, vedi Weber.
Vuoi fare qualcosa di buono, qualcosa che valga davvero? Vai a tenere la mano e a pulire gli escrementi di quelli che muoiono ogni giorno di tubercolosi.
E' facile "aiutare i bambini in Africa" con 2 euro all'anno; prova a guardare gli occhi di qualcuno che muore lentamente di una malattia perfettamente curabile nel tuo fortunato 20% di mondo con un mese di antibiotico mutuabile.
Poi vai a casa e vedi se hai ancora voglia di progettare una piscina sul retro o di ammucchiare soldi in banca. A che pro?
Non c'è giustizia, perciò non c'è nessun essere superiore. Come quando da bambini ci si comporta bene mentre si è soli in casa; è inutile, tanto mamma non c'è mica, e nessuno ti premierà.

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