mercoledì 7 aprile 2010

Ragazze di campagna

"Quell'estate passò in fretta. Abitavo da Baba e andavo a casa mia durante il giorno a preparare il pranzo ed a fare il bucato. Qualche volta facevo i letti. Dopo la morte di mamma, Hickey s'era trasferito di sopra (quando ne parlavamo dicevamo sempre che era morta, non annegata), e le stanze erano in gran disordine. E mettevano malinconia, con l'odore di polvere e di calzini vecchi ed il puzzo di chiuso che viene dal non aprire mai le finestre.
Stavano fuori nei campi quasi tutti i giorni a tagliare il grano ed a legarlo in covoni, ed io di solito ci andavo alle quattro con le bottiglie del tè. Quell'estate mio padre mangiava pochissimo e tutte le volte che beveva il tè buttava giù anche due aspirine. Stava buono, ed aveva le palpebre rosse e gonfie. Quando tornavano a casa, Hickey mungeva le vacche e mio padre beveva dell'altro tè, si toglieva le scarpe in cucina ed andava subito a letto. Credo che a letto piangesse perché c'era ancora troppa luce per mettersi a dormire e comunque Hickey faceva un baccano d'inferno da basso, sbatacchiando i bidoni del latte: nessuno sarebbe riuscito a dormire."


Edna O'Brien
(Ragazze di campagna, Feltrinelli, 1961)

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